Omaggio al Maestro Luigi Le Voci (a cinque anni dalla sua scomparsa)
“L’Artista fuori dal coro”, “Maestro versatile”, pittore eccelso”, “l’ultimo grande bohémien”,
“un romantico nel senso Ottocentesco della parola”, …
… “la vita a chi la vive”, “Dio giocando fece il mondo”, “tutto scorre”,
“forza è Amore”, “la morte fa morire, l’amore fa nascere”.
A cinque anni esatti dalla scomparsa del Maestro Luigi Le Voci mi piace ricordarlo con una foto inedita scattata nella sua casa castrovillarese e pubblicando una raccolta di articoli, testimonianze, riconoscimenti di tanti amici ed estimatori del grande artista castrovillarese.
Il ricordo di Roberto Fittipaldi
Ci lascia Luigi Le Voci, l’artista fuori dal coro
Guarda il cielo, Luigi Le Voci, il maestro. Lo guardava spesso, il cielo, il maestro. Da oggi è lì… artista tra gli artisti, voce fuori dal coro, a volte per questo anche deriso nella sua amatissima Castrovillari che in gran parte lo ricambiava, ma apprezzatissimo in Italia e all’estero, a Parigi così come a Torino dove stamani ha lasciato la terra per disegnare nuovi orizzonti. Di lui il mio ricordo più bello è quando, ritornato in città da Torino, decise di viverci più a lungo e iniziò a colorare di vita “la Civita”, il quartiere antico della città e alcuni scorci del centro storico.
I suoi murales divennero in poco tempo una vivace attrazione, pareti dipinte di una casa spesso maltrattata, in cui il maestro entrava e usciva, suonando ora il violino, ora il mandolino, allietando le calde serate estive. In quel tempo, in alcuni pomeriggi, lo accompagnai per raccontarlo attraverso la radio, Radio Castrovillari Centro. E poi attraverso Televiva. Da lì iniziammo a confrontarci.
Fonte web
———————————————————————————————–
Il ricordo di Antonello Fazio
Luigi Le Voci, la vita a chi la vive
Luigi Le Voci, a un anno esatto dalla morte.
Strano davvero parlarne così, associando nello stesso rigo il suo nome alla parola “morte”. Strano perché il Maestro – così lo chiamavan tutti, entro e oltre l’immaginario confine tracciato dal luogo dove era nato – era uno che amava la vita.
Ecco, questo può sembrare uno dei classici luoghi comuni delle celebrazioni, ufficiali o private, e dei relativi “coccodrilli” riservati ai personaggi importanti. Ma non lo è, di certo non per qualcuno che abbia osservato da vicino le sue tele, i suoi disegni, i suoi schizzi. Dove, dentro le figure segnate da uno stile inconfondibile e avvolgente, si agitavano i frizzi e gli umori di un dinamismo insolito, controcorrente, provocatorio sino all’audacia.
La vita a chi la vive, diceva. Un motto a cui era fedele, fino in fondo.
Il movimento era come lui e lui era in perenne movimento. Anche quando si fermava a parlare – negli ultimi mesi di vita, sempre più raramente purtroppo – qualcosa di lui emanava immancabilmente la sensazione del moto, l’idea di un’azione in divenire, di un corpo mai rassegnato alla quiete e di una mente agilmente divisa tra un ricordo del tempo che era e una promessa lanciata nel tempo che sarebbe stato.
Un fluire continuo, al pari del movimento, rotondo e totale, appassionato e appagante, contenuto nei corpi degli amanti da lui ritratti in svariati dipinti a tema erotico.
I suoi musicisti, si trattasse di compiti orchestrali durante un’esecuzione di musica da camera o di scarmigliati suonatori di una jam session jazz, possedevano la medesima grazia dinamica del loro papà. Un misto, insolito, di spessore e di leggerezza. Di tratti grossi e di sfumature. I volti rapiti dal suono, liquidamente ritratti ad acquerello, immersi in una gioia circolare, perfetta, compiuta. I corpi privi di orpelli, morbidamente ricreati dai vivissimi ricordi giovanili, ispirati agli autunni e alle primavere della sua terra natìa, amata appassionatamente ma non ciecamente, mai fino al punto di non coglierne vizi e ipocrisie.
Tutte le volte che tornava da un periodo trascorso a Torino, a Milano o a Parigi, era come se quel legame non si fosse mai allentato. Come se quella corda, dell’amore senza condizioni, se ne restasse tesa, sospesa tra un tempo e l’altro, un quadro e un altro. Malgrado i bastoni fra le ruote che talvolta venivano messi alle sue idee (anche dalle istituzioni locali), i piccoli dispetti dei benpensanti, le risatine di sfottò o di compatimento che gli dedicavano alcuni poveri di spirito, per via del carattere tutto castrovillarese e provinciale di negare il talento (vero) dei paesani (per quello falso, c’è spazio per tutti…), ma anche a causa delle sue bizzarrìe d’artista, i suoi pantaloni alla marinara, i sandali calzati anzitempo sopra morbidi calzini bianchi. Bizzarrìe che comprendevano naturalmente le mille e più estemporanee, rumorose iniziative che organizzava con lena e fede nella natura umana, aiutato dai suoi complici preferiti: i bambini e i vecchi.
Parlare con maggiore cognizione di causa della sua arte, non saprei. Né potrei. È impossibile per chi, come me, non ha particolare dimestichezza con le tecniche della pittura e con le sue regole.
Sotto questo profilo di Le Voci ha detto e scritto, in vario modo e in diverse occasioni, con la profondità e la schiettezza che lo contraddistinguono, Matteo Grisolia, un giovane pittore castrovillarese di grandi qualità: da lui ci arriva un’attenta disamina della poetica del maestro e un rimando a lui è d’obbligo se si desidera una conoscenza nient’affatto superficiale della sua dimensione artistica (v. libretto per la mostra “Le Voci: l’ultimo bohémien”).
Il mio ricordo – il ricordo di uno qualunque, smarrito in mezzo alla folla osannante di amici di oggi; di uno che gli era diventato amico a seguito di un primo incontro casuale ma piuttosto burrascoso, a causa (illo tempore) di profonde divergenze politiche – si limita invece alla dimensione emotiva e in qualche misura antropologica della persona.
Io continuo a vedere quel folletto instancabile a spasso per le viuzze dei quartieri storici e popolari di Castrovillari, là dove resistono gli echi delle sue piccole utopie. Lo vedo affaccendarsi per dare forma a un vecchio sogno, dare al suo paese una banda musicale vera e propria. Servire il tè in terrazza. Avvicinarsi ad una tela bianca e riempirla di segni decisi, irrequieti e dolcissimi. Infantili e maturi come le innumerevoli, splendide contraddizioni di un grande artista.
Luigi Le Voci, pittore e uomo libero, un anno dopo.
Manca. E, ovviamente, non solo a me. Come un pezzo di una vita che non si riesce più a trovare.
«Quando torna, Maestro?»
«L’estate che viene. Ho un certo progetto che mi frulla in testa….»
«Ci vediamo, allora!»
«Ciao, Fazio!»
Biografia Luigi Le Voci (Castrovillari, 1938 – Torino, 2015)
Si diploma al liceo artistico di Napoli, per poi laurearsi in Architettura a Torino.
Nel 1968, ancora studente, espone al Castello del Valentino di Torino.
Nel 1970 viene segnalato sul “Bolaffiarte” dal critico Marziano Bernardi, al quale si legherà negli anni con un rapporto di sincera amicizia.
Nello stesso anno espone una serie di pitture e disegni alla galleria Dantesca, sempre a Torino.
L’anno seguente apre uno studio a Parigi ed espone alla galleria Present Art in Boulevard Saint Gérmain.
Nel ’72 è nuovamente a Torino per esporre alla galleria l’Approdo.
Nel ’76, nella stessa città, decide di aprire lo Spazio Le Voci, in cui l’artista espone i suoi dipinti per venderli direttamente al pubblico, saltando a piè pari il mondo delle gallerie d’arte. L’esperimento, ripreso da Marziano Bernardi in suo articolo apparso sul quotidiano La Stampa, non mancherà di scatenare vive polemiche da parte dei galleristi torinesi.
Sempre nel 1976 si sposta a Milano, sua terza città d’elezione, dove è invitato a pubblicare dei disegni sul quotidiano Il Giorno e sulla rivista internazionale di cultura Spirali.
Dal 1977 al 1982 lavora tra Parigi, Milano e Torino, senza dimenticare la sua Calabria, in cui spesso si reca per trovarne ispirazione.
Nel 1980 espone I Disegni dei concerti al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.
Nel 1982 è nuovamente alla Dantesca di Torino con una personale dal titolo Dalla Moldava al Po, presentata dal critico e saggista Ugo Ronfani.
L’anno seguente il Comune di Castrovillari gli dedica una mostra incentrata su di una serie di tele di paesaggi marocchini.
Nell’84 si tengono due mostre che lo vedono protagonista: la prima nella sua Calabria, a Cosenza; la seconda, ancora a Milano, presso la galleria Ponterosso.
Nel 1986 espone una collezione di acquerelli dal titolo Da Parigi a Milano, prima al Centro Culturale Francese di Milano, e poi alla Galleria Ponte Rosso, sempre nel capoluogo lombardo.
Nel 1990 torna a esporre a Torino, presso la Scuola di Giornalismo, una collezione di dipinti che sono cartoline animate dei suoi viaggi, e ritraggono la Calabria, Venezia, le architettura parigine e le chiese e le piazze torinesi.
Nel 1992 espone al Conservatorio Nazionale di Digione.
Dal 1993 torna a lavorare in Calabria, aprendo uno studio a Castrovillari.
Tra il 1997 e il 1999 espone ancora tra Torino e Milano.
Nel 2005 riceve il premio “We Build” del Kiwanis.
Tra l’ottobre e il novembre del 2009 la galleria Dantesca di Torino dedica una mostra ad una raccolta dei dipinti romani dell’artista.
Nello stesso anno Le Voci pubblica un testo dal titolo Le Voci di Pan che raccoglie le sue riflessioni, poesie e illustrazioni.
A partire dal 27 marzo 2010 espone una serie di oltre quaranta dipinti al MACA – Museo Arte.
Di lui hanno scritto: Marziano Bernardi, Luigi Carluccio, Giovanni Arpino, Massimo Mila, Ugo Ronfani, Angelo Dragone, Alberigo Sala, Sebastiano Grasso, Greco Naccarato, Giorgio Mascherpa, Angelo Mistrangelo, Armando Verdiglione, Luigi Troccoli, Fabiana Mendia, Vincenzo D’Atri e Antonio Bruni. (Fonti: www.artoo.it e www.italiaoncard.it)
Fonte Asterisco 2.0 – Antonello Fazio
————————————————————————————————–
LE VOCI E la BCC MEDIOCRATI (Marzo 2010)
di Nicola Paldino*
Ho conosciuto Luigi Le Voci in occasione della sua adesione al progetto Bancartis, la collezione d’arte che la BCC Mediocrati sta allestendo sulla scia di un prezioso liuto barocco donato dal maestro De Bonis. Sono rimasto colpito dalla sua raffinatezza semplice e dalla genuinità della commozione che lo colpì. Dopo aver parlato della sua vita, delle scelte compiute, dell’arte e di ciò che gli sta più a cuore, una lacrima si aprì sulla sua anima mostrandolo senza veli dinanzi a tutti. Fu come se, d’incanto, i soggetti dei suoi bozzetti si fossero animati, suonando e riempiendo la sala De Cardona che ci ospitava. L’inaugurazione di una mostra personale a lui dedicata non poteva non vederci partecipi, al fiancodel MACA. Altra storia, quella del legame con Silvio Vigliaturo che del MACA è anima ed emblema. È stato lui a presentarci Le Voci, avendolo preceduto all’interno della nostra collezione. Con questa mostra riusciamo ad essere vicini ad entrambi, Vigliaturo per l’organizzazione e l’ospitalità, e Le Voci con la sua longeva e ricca produzione artistica. Siamo orgogliosamente vicini al MACA, dunque. Riteniamo che sia un ottimo esempio di quello che può fare l’arte per contribuire ad animare la vita culturale e sociale di una comunità. A Palazzo Sanseverino, ormai da qualche anno, si succedono iniziative di varia natura e trovano posto opere provenienti da diverse parti del mondo. Non è poco, se si pensa che appena pochi decenni addietro le nostre città sarebbero state difficilmente sfiorate da fenomeni artistici di levatura internazionale. La BCC Mediocrati, che con Bancartis ha aperto le sue porte all’arte e all’artigianato d’eccellenza, non poteva rimanere lontana da un’opera di questo genere. L’arte, del resto, intreccia legami profondi con la manualità e noi siamo figli della laboriosa manualità dei contadini e degli artigiani. Non credo di esagerare se dico che, soprattutto nel Meridione, lacooperazione di credito è stata una vera e propria opera d’arte compiuta dalle classi più umili. Uniti intorno ai valori propugnati da Don Carlo De Cardona si sono dati forza l’un l’altro, costruendo una opportunità per se stessi e una certezza per le generazioni future. Il loro motto era “Forti perché uniti,liberi perché forti”.
Quando guardo l’opera di Le Voci che custodiamo nel Centro Direzionale della Banca penso spesso all’importanza dell’incontro e alla capacità umana di costruire relazioni. L’arte è un legame forte che consente ad ogni uomo di astrarsi o di sentirsi parte di qualcosa di più grande. I quadri di Le Voci ciconsentono di affrontare lo sforzo con la leggerezza di chi sa che il cammino è lungo.
*Presidente BCC Mediocrati
Fonte articolo (e foto in bianco e nero del giovane Maestro Luigi Le Voci)
https://it.scribd.com/document/28394503/Luigi-Le-Voci-l-ultimo-grande-artista-bohemien
————————————————————————————————
Il ricordo di Ernesto Toziano
tratto dal sito www.castrovillari.info (15 aprile 2015)
E’ morto Luigi Le Voci, pittore eccelso nato a Castrovillari nel 1938
” … ”
Una figura d’ artista poliedrica ed originale quella di Luigi Le Voci che ha vissuto con Castrovillari nel cuore pur avendo soggiornato una buona parte della sua vita tra Milano, Torino e Parigi, autore noto e stimato anche dai suoi concittadini, e le sue opere sono ” un ben miscelato impasto di agilita’ pittorica, perizia grafica e freschezza che sottrae le immagini all’ ovvieta’ e ne fa dei quadri pieni di garbo e di coinvolgente allegria “.
” La vita a chi la vive “, recita lo zerbino di pietra della sua casa-studio a Castrovillari, l’ abbiamo incontrato meno di un anno fa’, gia’ ammalato, ci lascia il ricordo di un grande uomo oltre che di un grande artista che ha saputo fare dell’ ovvieta’ la straordinarieta’ grazie alla sua arte, cercando di lavorare anche per la sua citta’ tanto da tentare la vita politica intorno agli anni ’90 per essere ancor piu’ partecipe dei cambiamenti in atto, ma duro’ poco e certo la mediazione non gli apparteneva.
A lui per quel che puo’ contare va la nostra stima, personalmente chi scrive ha avuto modo di conoscerlo nel ’75 e gia’ allora era un artista noto, che ritornava nella sua citta’ appena poteva e che come in suo scritto ritrovava sempre piu’ … ” capusutta ” –
U paisu capusutta
– Mi gavuzo a matina, e vidu u munno: je grannu, biddu, smisurau e tunnu!
A vita m’acchjani di pidi alla capa… e puru l’aria mi sa cumu u panu.
Mi veni vogghja i fa cintu cosi: caminu, mi fermu, fatigu e mi curcu.
Mi gavuzo e mi sentu nu re. Je tutta culpa da capa chi si permetti cose c’à panza manco si sonni!
Pi quissu a capa sta supa, a panza minzu, u culu arritu e li pidi sutta a tutti.
‘Nda stu pajsu ‘nveci va tuttu alla storta e si vidunu i pidi ‘ngapu e la capa sutti i pidi!
Il maestro Luigi Le Voci
———————————————————————————————-
La vita a chi la vive!
il ricordo di Giovanni Donato, Presidente dell’Associazione Otto Torri sullo Jonio (16 aprile 2015)
La vita a chi la vive! È così che Giovanni Donato, primo Presidente dell’associazione europea Otto Torri sullo Jonio e consigliere per gli affari economici dell’ambasciata d’Italia a Bruxelles, vuole ricordare il Maestro Luigi Le Voci, figura di spicco del panorama artistico di Castrovillari, conosciuto in tutto il mondo che ci ha lasciato all’età di 77 anni.
La vita a chi la vive! Il Maestro la vedeva così. E – continua Donato – non si preoccupava di ripetere continuamente il suo grande amore per l’esistenza effimera e fuggente. Per il suo 60o compleanno si fece fare un grembiule blu ed un grande fiocco e si presentò con la cartella in spalla davanti alla scuola elementare che aveva frequentato da piccolo. “Per me la vita comincia adesso, non bisogna mai perdere la voglia di imparare”. E la passione per la vita lo aveva sempre portato lontano. Prima a Torino dove si laurea in architettura. Poi a Milano dove diventa il pittore della musica. Ed infine – conclude – Parigi, la sua grande passione. Toujours. Ma era a Castrovillari che amava dedicare tutta la forza del suo animo da giamburrasca, da istrionico animatore della vita.
Fonte
http://www.cn24tv.it/news/110176/scomparsa-maestro-le-voci-il-ricordo-di-g-donato.html
—————————————————————————————————–
“Il Diario di Castrovillari” – IL DIARIO anno XIII n. 13 PAG. 8 (Sabato 18 aprile 2015)
«La morte fa morire, l’amore fa nascere» cit. Luigi Le Voci
E’ scomparso il Maestro Luigi Le Voci, un pezzo pregiato della storia e della cultura castrovillarese
(articoli di Mimmo Donato, Adriana De Gaudio, “La Vedetta”, Angelo Filomia)
Addio a Luigi Le Voci, l’ultimo grande bohemien
di Mimmo Donato
C’e grande tristezza in questi giorni a Castrovillari, un suo figlio illustre non c’e piu. Non si sentiranno
piu risuonare le note del suo mandolino nelle afose sere d’estate ne lo si vedra incedere elegante, nelle sere d’inverno, col lungo cappottonero e il cappello a grandi falde, preceduto dal fischiettio di un’aria classica. La triste notizia della morte del grande artista Luigi Le Voci, pittore, musicista e scrittore ci arriva da Torino.
Il Maestro se n’e andato a 77 anni, vinto dal male che da circa un anno lo accompagnava, con una carriera lunghissima alle spalle che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo e una vita che in un romanzo solo non ci sta. Partito da Castrovillari, Luigi Le Voci si tramuto rapidamente in amante passionale delle grandi citta europee. Gia nella seconda meta degli anni ’70 si faceva un gran parlare di quest’artista, e non solo per
l’eccellenza e l’originalita dei suoi dipinti, ma anche e soprattutto per il suo spirito testimoniato da una serie di scelte indubbiamente coraggiose, quali quella di trasferirsi a lavorare a Parigi – il sogno di ogni artista. A scoprirlo e seguirlo fu Bernardi – storico critico del quotidiano La Stampa – che lo sostenne negli anni passati a Torino, prima come studente della facolta d’architettura e poi ribelle e idealista promotore di se stesso con l’apertura, nel 1976, dello Spazio Le Voci, in cui esponeva le sue opere per venderle direttamente al pubblico, saltando a pie pari il mondo delle gallerie d’arte. “Un romantico
nel senso Ottocentesco della parola”, così lo definiva il grande critico torinese, “candidamente emotivo […], d’una assoluta sincerita di sentimenti, che osa dipingere dei violinisti in estasi, dei frati invasati di misticismo alla Greco, e ricupera i saltimbanchi del primo Picasso […] “Luigi Le Voci e un antico della Magna Grecia che s’e reincarnato nelle piu rischiose esperienze di un’arte audacemente moderna”. Per i
critici d’arte Le Voci ha un linguaggio individuale che s’inserisce nella tradizione dei pittori di strada e che fa di lui l’ultimo grande bohemien;originale proprio per il suo legame alla figura in un periodo storico di costante fuga informale. Un linguaggio pieno di forza e di tensione lirica, fatto dell’irrequietezza demoniacadi un universo romantico. In quaranta anni di carriera tantissime le tappe importanti di questo grande artista calabrese, fra le quali ricordiamo gli anni ’80 con le esposizioni ai conservatori Giuseppe Verdi di Milano – dove disegna le locandine per i concerti della Scala – e Torino, il tema e: “I disegni dei concerti”. Segue un lungo periodo passato a dipingere tra Parigi, Milano, Torino e Roma. Nel 1984 espone al Rendano di Cosenza e nel 1986 al Centro Culturale francese a Milano. Nel 1998 realizza una mostra nella citta di Alessandria e l’anno dopo dedica una mostra a Parigi e la realizza nella galleria
Ponterosso a Milano. Scrive Silvio Vigliaturo: “Gli angoli di Parigi, gli scorci di Roma, i paesaggi calabresi,
il massiccio del Pollino, sono tutti ritratti dal vivo, con gesti rapidi e vibranti. I musicisti ritratti sui libretti dei teatri d’opera trasudano vitalita perche Le Voci li ha dipinti mentre li guardava, ne sentiva e ne viveva le note”. Artista poliedrico e geniale e un uomo “libero”, nella piu alta accezione di questo termine, questo era Luigi Le Voci. I colori e la musica erano la sua vita accanto all’amore smisurato per la sua Castrovillari e per la sua gente. Aveva girato il mondo conoscendo arti e culture diverse e facendo conoscere la sua di arte, ma ritornava nella sua cittadina sempre con grande desiderio. Nella quiete della casetta, che fu dei nonni, tramutata in un posto quasi incantato, piena di dipinti, violini e maschere, il Maestro amava trascorrere le giornate, a dipingere, leggere, comporre versi esuonare il violino. Aveva trasformato la sua via in una via di fiori piena di colori e profumi, che al visitatore pareva di essere in una rue parigina. Aveva colorato le mura della citta con splendidi disegni e ogni anno rendeva omaggio alla Madonna del Pollino con una festa gioiosa e dal sapore antico. Per scelta non possedeva un televisore ne tantomeno un computer, la sua vita era in mezzo alla gente. Un eterno Peter Pan per i piu piccoli, spesso nelle vesti di “Grillo Parlante” per gli adulti, mentre gli anziani e le persone piu deboli trovavano in lui la voglia di vivere e l’affetto che spesso gli viene negato. Oggi, questo grande artista non c’e piu, la sua
scomparsa getta un’ombra sul mondo della cultura e lascia Castrovillari con un vuoto incolmabile, ma il suo ricordo rimarra indelebile in tutti coloro che ebbero modo di conoscerlo come Artista e come Uomo.
Domenico Donato
Nel ricordo di Luigi Le Voci
di Adriana De Gaudio
Gitano porta nel sangue
la linfa, i colori, i profumi
della sua terra d’origine.
A Castrovillari
ritorna in tutte le occasioni
per gustare i frutti di stagione,
e intervenire al rito popolare
della Madonna del Pollino.
Annuncia la sua presenza
con scritti illustrati sui muri:
motti, denunce.
Gioca con Dio
come un bambino;
gioioso, ironico, mordace,
usa con destrezza il pennello d’artista
per comunicare con la gente.
Musico, cantore,
si lascia rapire da Mozart
Bach, Chopin,
e dai suoni rumorosi della banda
di ragazzi che conduce
per il paese.
Attratto dai canti delle pacchiane,
volteggia col suo mantello magico
nelle danze popolari.
I suoi angeli chagalliani
ora volano per il cielo con violini e cartigli
in suo ricordo
per una ballata d’amore,
l’ ultima, la piu bella.
L’esordio di Le Voci a Torino (La Vedetta – 31 Gennaio 1969)
Il pittore Luigi Le Voci, un giovanissimo castrovillarese residente da anni a Torino, ha esposto insieme con Eugenio Comencini un gruppo di disegni al Castello del Valentino, in un salone della facolta di architettura del Politecnico. Non e la prima volta che il Le Voci si presenta al pubblico piemontese con la sua produzione, la quale comprende varie specie: dipinto, acquarello, tempera, schizzo. Infatti egli ha gia tenuto mostre personali alla “Conchiglia” e alla “Bodda” oltre che allo stesso Castello del Valentino.
Anche ora, come rileviamo sui giornali non vi e mancato il pieno successo. Di lui si e occupata diffusamente la critica piu autorevole. Il critico ufficiale del quotidiano torinese “La Stampa” ha scritto, fra l’altro: “… Abbiamo sott’occhio, ci sembra, due temperamenti diversi: piu “architetto” il Comencini, piu “pittore” il Le Voci, del quale in altre occasioni gia notammo le singolari qualita appunto pittoriche; ma in entrambi un segno nettamente “figurativo” e mai tendente ad una generica astrazione, di straordinaria spontaneita, vivezza acume interpretativo, e sempre guidato da una volonta di precisa definizione. Svariatissimi, sia per Comencini che per Le Voci, i motivi prescelti, che evadono talvolta nel campo di una vera e propria ritrattistica estemporanea; ma piu numerosi quelli che riguardano i complessi urbanistici, le strutture ambientali, i monumenti architettonici di Torino. E in questo caso
veramente, nello spirito dei due giovani, la citta dei loro studi, rivive e parla con voce inconfondibile, attraverso linee modulate con estrema freschezza poetica che fissano l’impressione visiva e il senso storico della realta urbanistica in immagini di rigorosa verita…”. In catalogo il Prof. Enrico Pellegrini, del Politecnico, osserva. “… I disegni di Luigi Le Voci, che potrebbero essere creduti di architettura, sono invece dei grafici fatti per trasmettere una tiepida commozione. I segni, esaminati uno per uno, sono nulli, ma nella loro globalita diventano frementi di significato; si possono paragonare a diagrammi emotivi, che, contrariamente a quanto accade per consimili grafici di origine scientifica, diventano
anche portatori di emozione, verso l’interlocutore… Queste considerazioni consentano a Le Voci… di operare nel campo di una visibilita legata tanto alle immagini, espresse su carta, quanto in pensieri di
architettura, che sono spazi, espressi anche loro graficamente… La nostra e dunque significativa e pertinente…”. Luigi Le Voci, il nostro Gino che ricordiamo certamente dai tempi e giochi d’infanzia, e laureato in architettura e dedica molto tempo anche alla musica e alla poesia. “La Vedetta” e davvero lieta di segnalarlo ai lettori, giacche egli onora con le sue affermazioni non solo Castrovillari, ma anche la Calabria nella lontana terra di Piemonte.
Un Maestro versatile
di Angelo Filomia, Castrovillari, Cent’anni della nostra storia
«Un personaggio che da anni caratterizza la vita piuttosto opaca, piuttosto sibarita, piuttosto menefreghista della Castrovillari attuale e che cerca in ogni modo di sollecitarla (il che a me pare voglia dir liberta d’essere: esistere e comportarsi), e il maestro Le Voci, che da non molto ha licenziato per la stampa «Senza peli sulla lingua», un libro per tanti versi provocatorio, antiletterario, blasfemo, come lo furon al tempo loro gli scritti dell’Angiolieri e dell’Aretino, sino al Boudelaire dei ’Fiori del Male”. Le Voci – con stivali, frustino, cappello con piuma quando non in pantaloncini – e come un moderno don Chisciotte, di cui richiama certo sano coraggio rinascimentale, paladino che ha gesti formalmente
teatrali, ma il cui scopo resta quello d’incentivare “il sociale”, bacchettando il latente (ma non troppo) e il sistema clientelare.
Diceva Orazio: ridendo castigat mores. Se non che, il riso di Le Voci (che ha per oggetto la vita reale e mira a considerazioni sui vizi umani: fine didascalico si, ma pure esplicitamente personale, polemico)
nasconde una capacita psicologica che solo in apparenza e nelle persone facili puo suscitare ilarita o disprezzo. Si legga: ’ A putija ’i mastu Pierinu. Da un’iniziale descrizione d’ambiente attraverso i soli utensili, si passa di botto – la mano del pittore-psicologo si vede, e come! – al volto dei clienti seduti, fantasmi immobili, stretti come un pugno serrato, e mansueti, che aspettano il turno per radersi e pare che veglino un morto! A tale quadro impressionistico e insieme realistico concorre l’opacita della luce, che rende l’ambiente simile a un obitorio. – Che fare – si chiede Le Voci – per mettere un tocco d’allegria?
Forse, il suono d’un violino potrebbe… Un lampo, ed eccolo li a suonare. Risultato? Di fronte alla generale indifferenza, il suonatore vien colto dallo sgomento: Pierino, il barbiere reale, si tramuta nel defunto maestro Cavolino, così da suscitare ’na pagura che fa sudar freddo il caritatevole suonatore.
Finale di una tragicita pirandelliana: «Cavulinu mi guardavi e riri, cumu ririnu i vivi quannu su’ murti!
—-
1985… e via Oriolo diventa Oriolo Street
Per il mese di agosto, in via Oriolo festoni e “sciscioli” pendevano dai fili tesi delle case dei vicoli. Sembrava uno spettacolo inusitato fuori dalla norma. In testa a tutti ed artefice della riscoperta del valore gratificante del vicinato, in pantaloncini bianchi e maglietta bianca, scaarpe e calzini bianchi, capelli in parte gia bianchi Luigi Le Voci , pittore. Eta 45 anni, animo di fanciullo anche il suo. Non è mancata qualche lezioni di inglese data sui gradini delle case da un Castrovillarese di New York, Fedele Battipede.
(Angelo Filomia, Castrovillari, Cent’anni della nostra storia)
P.s.
Alla stampa, ancora non è giunta nessuna nota di cordoglio da parte del Comune di Castrovillari. E’ vero che non c’è il sindaco, ma il Commissario Prefettizio in questa fase è la massima autorità istituzionale e quando alla città che si governa, seppur nelle vesti di burocrate, viene a mancare un pezzo pregiato della sua storia e della sua cultura, ci sono alcuni adempimenti doverosi.
Lei magari non ha mai neppure visto un quadro di Le Voci eppure per tutta la comunità castrovillarese, Le Voci è stato il testimone più autentico e popolare…
Caro Commissario, se il Maestro fosse ancora qui, le avrebbe scritto su cartone
“migghiu u peggiu sinnecu, ca u’ migghiu commissariu!!!!!
Fonte e link dove poter scaricare “Il Diario di Castrovillari” con gli articoli a ricordo del Maestro
http://www.ildiariodicastrovillari.it/tutti%20i%20numeri/ANNO%2013/diario%20%20n%2013_Layout%201.pdf
—————————————————————————————————–
CIVITA…NOVA 2015 – PERSONALE DI PITTURA (17 – 30 settembre 2015),
dedicata al MAESTRO LUIGI LE VOCI “l’ultimo bohèmien”
Civita…nova 2015 – Serata inaugurale con musiche e letture: Sasa’ Calabrese, Minella Bloise e Ines Fortunato, introducono Matteo Grisolia ( organizzatore della mostra insieme al fratello del maestro, Antonio Le Voci) e Leonardo Di Vasto, conclude Eugenio Iannelli presidente della locale Pro loco.
Fonte
http://www.castrovillari.tv/VIDEO/viewnews.asp?NEWSID=1143
Video in formato 3GP/MP4 adatto per i dispositivi mobili:
Intervista del Prof. Leonardo Di Vasto
(Una produzione di Khoreia 2000 per Castrovillari in Rete)
—————————————————————————————————–
12 Aprile 2016: “Omaggio al Maestro Luigi Le Voci”
La Galleria d’Arte – casa editrice ” Il Coscile” – L’amministrazione Comunale di Castrovillari
con la collaborazione di ABM Report
presentano OMAGGIO AL MAESTRO LUIGI LE VOCI nel I Anniversario della sua morte.
Interventi:
Domenico Lo Polito, Sindaco della Città
Angela Lo Passo, Assessore alla Cultura della Città
Gianluigi Trombetti, Storico
Mimmo Sancineto, Direttore della Galleria d’Arte
– Sarà presente il fratello Antonio Le Voci
Martedi 12 aprile 2016, ore 17 , Galleria d’Arte “Il Coscile” – Corso Garibaldi, 114 – Castrovillari (Cs)
Tel. 0981/22632 www.ilcoscile.it email: segreteria@ilcoscile.it
*********************
“Omaggio al Maestro Luigi Le Voci”
di Mimmo Sancineto
Un volo di colombe è l’immagine che mi ritorna alla mente ogni volta che penso a Luigi Le Voci: fu con questo piccolo “rito” che simbolicamente l’artista-poeta-fraterno amico inaugurò la sua prima mostra personale al Coscile, la domenica delle Palme del 16 aprile del 1984, dedicata alla mamma da lui tanto amata.
Fu un evento che doveva rimanere, come effettivamente accadde, nella mente e nel cuore di molti, che da subito compresero di trovarsi di fronte ad una persona speciale. Un uomo la cui vita è stata sempre contrassegnata dal desiderio di libertà, quella libertà che pochi utilizzano per esprimersi e manifestare con naturalezza sentimenti, per essere veri e sinceri.
Un’anima candida che con purezza di intenzioni e con grande professionalità ha saputo esprimersi artisticamente in ambienti anche difficili perché inseriti in circuiti culturali più ampi e non di periferia, come vengono considerate le città di Torino, Milano o Parigi, ma anche in altri più semplici e circoscritti come la sua terra di origine, la Calabria. Una regione, questa, che ha perennemente conservato nel suo cuore un posto esclusivo e che ha onorato con tutte le iniziative da lui promosse proprio per valorizzarla: la banda musicale, la festa della Madonna del Pollino, le feste realizzate per e con i ragazzi in via Oriolo, gli affreschi sui muri per nobilitare e animare anche i quartieri più trascurati di Castrovillari, i graffiti sui marciapiedi di Corso Garibaldi testimoniano ancora oggi la memoria storica che rimanda ad un artista generoso, affezionato al suo paese, che ha amato con la semplicità che, forse, ci si aspetta solo dai bambini.
Ecco, lui non aveva perso questa caratteristica che, talvolta, al primo impatto, risultava difficile da capire. In un mondo in cui le relazioni interpersonali sono improntate sulla superficialità e sull’ipocrisia, Luigi rappresentava una voce armonicamente dissonante. Parlare con lui metteva me, amico di vecchia data, è vero, ma non per questo parziale nei suoi confronti, nella condizione consapevole di potermi rilassare, di poter dire delle cose nella convinzione di non essere frainteso, di potere anche io essere un po’ più me stesso, libero, come lui, meno soggetto alle molto spesso ipocrite e disumanizzanti convenzioni sociali.
Grazie, Luigi, per essere stato un prezioso compagno di avventure artistiche, di sogni e di progetti che mi hanno ulteriormente avvicinato a te.
Questa mostra, dopo le altre che organizzammo insieme nella mia Galleria d’arte (il 12 aprile 1987 ed il 25 aprile 2010) è la testimonianza concreta e tangibile della tua presenza qui, tra noi, tra tutti gli amici che ti renderanno onore e che ti ricordano con l’affetto di sempre.
Fonte_Evento Facebook 12 aprile 2016
https://www.facebook.com/events/785805378218040/
——————————————————————————————————
Omaggio al grande Maestro Luigi Le Voci
di Domenico Lo Polito, Sindaco della Città
Angela Lo Passo, Assessore alla Cultura della Città
Gianluigi Trombetti, Storico
Mimmo Sancineto, Direttore della Galleria d’Arte
– Sarà presente il fratello Antonio Le Voci
…guardando tra i mille filmati, ho trovato queste immagini del grande Maestro mentre dipingeva il quadro della Madonna del Castello di Castrovillari
—————————
Una presentazione (in italiano e in inglese) dell’Artista Luigi Le Voci tratto da YouTube,
pubblicato da Francesco Palmieri
Italiano
Inglese
————————
Dal sito web de “La Stampa” di Torino
LUIGI LE VOCI NEL FOYER DEL TEATRO REGIO (17 maggio 2018)
“La vita a chi la vive”, mostra del maestro Luigi Le Voci. Il pittore Luigi Le Voci ha legato una parte importante del suo percorso artistico a Torino e alla musica, i cui luoghi, come il Teatro Regio, ha frequentato a lungo e dai quali si è lasciato ispirare. L’esposizione “La vita a chi la vive” propone una selezione di opere del Maestro. Le opere saranno visibili al pubblico degli spettacoli, dei concerti e delle visite guidate programmate nel periodo compreso tra l’11 e il 27 maggio. Info: https://www.teatroregio.torino.it/eventi/levoci (sito web non più raggiungibile)
——————-
Mostra “LA VITA A CHI LA VIVE” del Maestro Luigi Le Voci
Foyer del Teatro Regio – 13/27 Maggio 2018
Teatro Regio To Piazza Castello,215 – Torino 011.8815.557
«Sarà un caso, ma tu passi, a Milano, sul marciapiede della Scala, e incontri Le Voci. Sosti, a Torino, sotto i portici del Regio, ed ecco spuntare Le Voci, come un’apparizione che si fosse improvvisamente concretata in quel punto. Questo pittore “frequenta” i luoghi della musica, come in certe leggende si vuole che un lago, un monte, un bosco, siano abitati, “hantés”, da uno spirito: il genius loci, per l’appunto».
Tratto da Massimo Mila, I disegni dei concerti di Luigi Le Voci, Piccolo Regio di Torino, 1976
Dall’11 al 27 maggio 2018, nel Foyer d’ingresso del Teatro Regio, saranno esposti alcuni dei dipinti creati da Luigi Le Voci ispirati al mondo della musica e realizzati principalmente a Torino e a Milano.
Di origini calabresi, Luigi Le Voci si diploma al liceo artistico di Napoli per poi laurearsi in Architettura a Torino. Ed è proprio al Castello del Valentino che nel 1968, ancora studente, organizza la prima di una lunga serie di esposizioni.
Le opere saranno visibili al pubblico degli spettacoli, dei concerti e delle visite guidateprogrammate nel periodo compreso tra l’11 e il 27 maggio 2018
——————————————————————————————————–
Castrovillari. “La vita a chi la vive”. Le opere del maestro Le Voci in mostra a Torino
Saranno esposte al Teatro Regio di Torino, dal 13 al 27 maggio, le opere del castrovillarese Luigi Le Voci, per tutti “il maestro”, morto tre anni fa. “La vita a chi la vive” – diceva. E proprio questo è il titolo della mostra che esprimerà la sua arte, attraverso colori e pennellate su tela, anche nella città della Mole.
«Un talento attento – lo definisce l’assessore del Comune di Castrovillari Pino Russo – che dipingeva con un cuore da bambino, a tal punto che ogni cosa lo sorprendeva ed emozionava. Ha saputo far rifluire le vocazioni che possedeva nelle sue radici, tra i luoghi, dalla sua Castrovillari a Parigi, passando per Torino, Milano ed altre città, come fra le persone, nei tanti incontri vissuti. Ecco perché – spiega l’assessore Russo – ci è sembrato importante collegare il nostro sentire a questa iniziativa che lo rappresenta nella Torino che amava tanto per quelle impressioni che la città sapeva “infondere” alle sue tavolozze, rendendolo artista famoso e geniale».
Federica Grisolia
Fonte
https://www.paese24.it/51836/primo-piano/castrovillari-la-vita-a-chi-la-vive-le-opere-del-maestro-le-voci-in-mostra-a-torino.html
———————————————————————————————————
Mystica Calabria ricorda il maestro Le Voci passeggiando per il rione Olivitello (13 settembre 2019)
CASTROVILLARI – Ricordare. E’questo il senso più l’associazione profondo dell’iniziativa “Dentro…Le Voci” che l’associazione Mystica Calabria ha dedicato con una passeggiata narrata al maestro Luigi Le Voci. Sabato 14 Settembre alle ore 19.00 l’associazione incontrerà la comunità castrovillarese, in Via Barletta, nell’antico e suggestivo rione Olivitello, per visitare i luoghi cari al maestro Le Voci, passando per la sua cara ‘little square’, dove verrà allestita una mostra fotografica che ripercorre alcune tappe della vita dell’artista caro a tutti i castrovillaresi. Durante la passeggiata si visiteranno i murales realizzati da Le Voci nei vicoletti del quartiere. L’obiettivo degli organizzatori, tuttavia, non è soltanto quella di richiamare la memoria sulla vita artistica di Le Voci, di conoscere anche la storia dei palazzi gentilizi come Palazzo Marini e palazzo Pugliese, i personaggi che popolavani quel rione e le prime strutture abitative ottocentesche li costruite e di incontrare due fantastici artigiani che operano in Via Barletta, tra mobili antichi ed arte sacra. Ci sarà spazio anche per la musica itinerante, proiezioni di video-interviste al maestro e tante sorprese per i partecipanti, in quella strada tanto amata da Le Voci, pittore, poeta, filosofo, un uomo che viveva per l’arte e con l’arte!
Fonte
————————————————————————————————-
Castrovillari, 15 gennaio 2020
Ancora un appuntamento dedicato al Maestro
MOSTRA “LA VITA A CHI LA VIVE” DEL MAESTRO LUIGI LE VOCI,
a ricordo del Dott. Angelo Giannoni
Castrovillari,15 Gennaio 2020, ore 18.00, Circolo cittadino, Salone “A.Giannoni”. Ingresso libero.
Invito rivolto a tutti gli estimatori dell’ Arte e della Bellezza, ricordando due illustri castrovillaresi.
L’evento è organizzato dall’Ass. Cult. “Circolo Cittadino” di Castrovillari, nella persona del pres. Antonino Ballarati su espressa volontà del fratello dell’artista.Desidero qui ricordare il M° Luigi Le Voci con una sua poesia in vernacolo castrovillarese dal titolo: “U paisu capusutta “:
“Mi gavuzo a matina, e vidu u munno: je grannu, biddu, smisurau e tunnu! A vita m’acchjani di pidi alla capa… e puru l’aria mi sa cumu u panu. Mi veni vogghja i fa cintu cosi: caminu, mi fermu, fatigu e mi curcu. Mi gavuzo e mi sentu nu re. Je tutta culpa da capa chi si permetti cose c’à panza manco si sonni! Pi quissu a capa sta supa, a panza minzu, u culu arritu e li pidi sutta a tutti. ‘Nda stu pajsu ‘nveci va tuttu alla storta e si vidunu i pidi ‘ngapu e la capa sutti i pidi!”
Il maestro Luigi Le Voci
Nota: Le foto ritraggono particolari inerenti alla vita ed all’opera del M° L. Le Voci fotografati a Castrovillari in Oriolo Street, Via Cristoforo Pepe, Via Pasquale Lippo, Osteria “La Torre Infame”.
Fonte:Diario Facebook della Prof.ssa Minella Bloise
INVITO PRESENTAZIONE MOSTRA "LA VITA A CHI LA VIVE" DEL MAESTRO LUIGI LE VOCI, A RICORDO DEL DOTT.ANGELO…
Posted by Filomena Minella Bloise on Sunday, 12 January 2020
——————————————————————————————————
Francesco Sallorenzo
Guida Turistica *Iscr. n.123/2003, Albo Regionale Calabria
Tel 339 8446060